«In uno di quei giorni in cui il dolore diventava insopportabile, ho pensato a Marco da piccolo e a una cosa che lo appassionava molto: sentirsi raccontare le fiabe». È nata così la fiaba che racconta la storia di Marco Gottardi e Gloria Trevisan, i due giovani veneti che il 14 giugno 2017 hanno perso la vita nell’incendio della Grenfell Tower di Londra. Si chiama Il cavaliere e la principessa e l’ha scritta la mamma di Marco, Daniela Burigotti, insieme al marito, Giannino, e con la collaborazione degli amici. Roberta Gattel ha fatto rivivere Marco e Gloria in colorate illustrazioni. Nella fiaba, il grattacielo è diventato la torre di un castello, la lingua di fuoco del drago ha preso il posto delle fiamme, Marco è divenuto un cavaliere e Gloria una principessa e, insieme, vanno incontro al lieto fine, il vissero per sempre felici e contenti. Un finale che nella vita reale però è stato differente, dove l’avidità e la superficialità dell’uomo hanno interrotto le vite di due ragazzi – pieni di sogni e di progetti – e dei loro cari.
Nei 12 mesi trascorsi dalla tragedia, Daniela ha cercato un modo per andare avanti, per alleviare un dolore immenso e trasmettere i valori che ha insegnato a suo figlio: l’onestà, il rispetto e l’impegno. Con l’obiettivo di tramandarli ai bambini perché, nel futuro, loro diventino ciò che gli viene insegnato. E con la speranza che non ci sia mai più un’altra Grenfell Tower. «Ho pensato di ricominciare proprio dai bambini con la fiducia che questa tragedia possa portare dei cambiamenti nella progettazione e costruzione», ci ha raccontato Daniela.
DOMANDA: Daniela, chi era suo figlio Marco Gottardi?
RISPOSTA: Un ragazzo che fin da piccolo ci ha dato moltissime soddisfazioni, un bambino molto tranquillo e sereno, benvoluto da tutti, soprattutto dai bambini.
D: Com’è nata Il cavaliere e la principessa?
R: Dalla passione che aveva Marco da bambino per le fiabe. In un giorno molto buio è nata l’idea di pensare che, forse, potevo ripartire dai bambini per dare un senso alla mia vita, sconvolta da tanto dolore. Ho sempre adorato i bimbi e a loro ho pensato nella speranza che questa tragedia porti dei cambiamenti nel modo di progettare, costruire e restaurare le case e gli edifici, perché Marco è morto per un restauro fatto male. Per avidità è stata generata una tragedia; la negligenza e superficialità hanno fatto il resto.
D: Cosa spera di ottenere grazie alla fiaba?
R: In Il cavaliere e la principessa ho ripercorso tutta la breve vita di Marco, con l’intento di lanciare e lasciare un messaggio: i nostri figli diventano quello che noi genitori trasmettiamo loro, soprattutto nei primi anni di vita. Hanno bisogno di meno cose materiali e più del tempo di noi genitori, perché loro, il bene o il male lo imparano soprattutto in famiglia, la prima fonte di amore e di esempio da seguire. Solo dopo vengono la scuola e tutto il resto.
D: La fiaba è piaciuta ai più piccoli?
R: Sì, è stata molto apprezzata. L’abbiamo presentata per la prima volta il 5 marzo 2018 e donata a tutti i bambini delle scuole materne di San Stino di Livenza, il paese dove è cresciuto Marco e dove viviamo io e mio marito. E le illustrazioni create da Roberta Gattel, grande amica di Marco, l’hanno resa molto piacevole.
D: Vi aspettavate questo riscontro?
R: No, assolutamente. E abbiamo deciso di non commercializzarla, ma semplicemente di donarla. Chi vuole può fare un’offerta che va direttamente alla costituente Fondazione Grenfellove.
D: Che è stata fondata il 26 settembre 2017. Qual è la sua missione?
R: Grenfellove ha lo scopo di aiutare i giovani, con borse di studio e sussidi didattici, privilegiando studi e tesi di laurea sul tema «sicurezza». La fiaba attualmente è il sostegno più importante della nascente Fondazione: pensavamo di usare fino da subito i risarcimenti della Grenfell Tower per sostenerla, ma temiamo che il procedimento penale avrà tempi molto lunghi. Troppe le aziende, gli enti e le persone coinvolte, si parla di qualche anno ancora di indagini prima di iniziare a parlare del processo vero e proprio. Almeno questo è quanto gli inquirenti ci hanno fatto capire qualche giorno fa, quando li abbiamo incontrati a Londra.
D: Avete avuto supporto dalle istituzioni inglesi e italiane?
R: Da subito abbiamo avuto molto supporto dalla Farnesina, dal Consolato italiano a Londra, dalla Croce Rossa italiana e inglese e dagli investigatori. Anche la famiglia Reale è stata molto presente alle diverse commemorazioni. Completamente assente il Governo inglese e della Capitale.
Poi è doveroso ringraziare molti cittadini e artisti inglesi, che si sono prodigati per raccogliere consistenti donazioni per i familiari delle vittime della Grenfell Tower.
D: Le prime copie della fiaba sono state regalate ai 280 bambini dell’asilo di San Stino di Livenza, lo stesso asilo di Marco. Quale progetti ci sono ora?
R: L’11 giugno abbiamo presentato la fiaba presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra. La sala era gremita di persone e seduti per terra c’erano un gruppo di bambini molto attenti. Erano presenti anche molte figure di rilievo, tra cui il Direttore dell’Istituto, l’Ambasciatore italiano, il Console Generale Italiano, il Console Italiano e alcune importanti testate televisive e giornalistiche. È stato un evento molto emozionante. Non pensavamo che questa fiaba attirasse tutto questo interesse. Alla fine della presentazione i bambini, con l’aiuto della loro insegnante, hanno realizzato con dei disegni la loro visione della storia di Marco.